In questa bellissima intervista l’imprenditore italiano condivide le sue riflessioni a seguito dell’annuale Forum di Davos, alla sua prima edizione in modalità “online” per via della pandemia.
Il World Economic Forum nasce a Davos, in Svizzera, nel 1970 per iniziativa del professore Klaus Schwab. Ogni anno per cinquant’anni, a circa metà gennaio, la cittadina ha ospitato una kermesse di cinque giorni di dibattimenti e conferenze in presenza di primi ministri, banchieri, boss di grandi aziende ed “influencer” del settore, con l’obiettivo di concepire una piattaforma per gli investitori e condividere esperienze e conoscenze in campo economico e finanziario. Ancora oggi, ad ottantatre anni, il professor Schwab è presidente esecutivo del WEF e, ad ogni edizione, ingaggia circa un migliaio di lavoratori per allestire questo evento seguito da tutto il pianeta.
Vista la popolarità del forum è facile immaginare che, nel corso della sua evoluzione, politica e personalismi abbiano contaminato l’agenda delle discussioni ma, perlomeno stando a quanto si vede sul campo e si legge sui giornali, non è così. Perché, a conti fatti, la “piattaforma per gli investitori” del World Economic Forum non ha mai fatto a meno di una sua etica, dichiarata anche nel bellissimo Manifesto (https://www.weforum.org/the-davos-manifesto), volto a varare un movimento di affiancamento degli investimenti delle aziende e dei governi nell’era della Quarta rivoluzione industriale.
Quest’anno per raggiungere il World Economic Forum non ci sono stati i consueti jet privati, elicotteri e suv di lusso: è bastata – vista la pandemia in corso – una connessione internet veloce ed una telecamera per partecipare. Così hanno fatto il Presidente della Cina Xi Jinoing, il presidente francese Emmanuel Macron, la cancelliera tedesca Angela merkel, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, l’ex premier Giuseppe Conte, la presidente della BCE Christine Lagarde, il Direttore dell’Istituto Nazionale di Allergia e Malattie infettive degli Stati Uniti Anthony Fauci e i tanti altri ospiti prestigiosi che hanno partecipato al WEF 2021.
Da alcune edizioni, al centro del dibattito, c’è il clima, argomento che tiene traccia dei processi della globalizzazione e mette a fuoco i più importanti “round” di investimenti pubblici e privati sul settore “green”. Anche al WEF 2021 il clima è stato in cima all’agenda delle discussioni. I modelli di gestione dei problemi climatici, infatti, possono migliorare le condizioni del mondo, definire – in meglio – le diseguaglianze sociali ed accelerare lo sviluppo economico e sociale. Quella del clima è materia oggetto di un vasto programma di investimenti sul quale si sono confrontati i colossi bancari, gli scienziati, i leader di Stato ed i boss delle multinazionali.
Successivamente al Forum, gli influencer e gli operatori più importanti dei mercati economici e finanziari hanno riflettuto sulle discussioni generate a Davos e condiviso il loro punto di vista in merito all’agenda delle discussioni. Tra questi c’è Giampaolo Lo Conte, imprenditore italiano di successo che già negli anni passati aveva dato il suo contributo al Forum di Davos (qui l’intervista all’edizione 2020).
Giampaolo, prima di tutto ti ringraziamo per la disponibilità. Abbiamo un paio di domande alle quali gradiremmo tu risponda, anche per nome dei nostri lettori.
“Grazie a voi per avermi contattato. Ho seguito il Forum di Davos alcune settimane fa ed ho assimilato i punti più importanti. Cominciamo dal clima?”
Eh sì! Non è un argomento nuovo, ma quest’anno ci troviamo davanti il gigante degli investimenti sul clima, il “Next Generation EU”.
“Dite bene – risponde Giampaolo Lo Conte – il 37% dei 209 miliardi di investimenti che pioveranno in Italia dal programma Next Generation EU sono destinati all’ecologia e al clima. Parliamo di un eccezionale contraccolpo della sostenibilità degli investimenti, si creeranno centinaia di migliaia di posti di lavoro dignitosi e diffusi. Insomma, non sarà uno scherzo”.
Sei anche tu un investitore “green”?
“Se leggete su internet la storia dei miei investimenti sembrerebbe che io sia attivo solo nei settori dell’immobiliare, della finanza digitale e dei beni di lusso, ma non è così. Il cambiamento climatico è una rivoluzione imposta a noi investitori, che ci ritroviamo costretti ad accelerare le nostre attività per evitare le polarizzazioni e le disuguaglianze sociali ed economiche comportate dai cambiamenti climatici. L’economia globale è un organismo vivente ed il clima è il sangue che lo tiene in vita. Non farei mai un grosso investimento immobiliare in un’area in conflitto con l’ambiente, perché significherebbe che in quell’area le istituzioni sono assenti ed i mercati non sono in crescita” .
Cosa hai recepito dal Forum di Davos e quali suggerimenti consigli di dare ai nostri lettori investitori?
“Ho apprezzato che i capi dei governi abbiano evidenziato la necessità di rendere più coerenti e di rafforzare i programmi di investimenti sulle infrastrutture industriali, accelerando i processi di trasformazione “green” dell’economia e contribuendo, così, alla scalabilità dei mercati. Ma questo non basta”.
Spiega meglio.
“Senza riforme strategiche, gli investimenti sul clima potrebbero essere penalizzati. Un Paese burocratizzato come l’Italia, ad esempio, non è la piattaforma ideale per veicolare investimenti di questo genere. Vanno semplificati gli iter autorizzativi degli impianti di energia pulita e di rinnovamento delle industrie strategiche, è molto importante che l’amministrazione politica coinvolga tutti gli attori, dal territorio alla comunità, affinché siano in grado di eseguire azioni efficaci e rapide. Visto come, purtroppo, stiamo gestendo la pandemia, non sono molto fiducioso in questo termine. Penso, allora, che l’instaurazione del Ministro della Transizione ecologica sia un’ottima iniziativa“.
A questo punto prenotiamo una prossima intervista con Giampaolo Lo Conte per tornare sull’argomento e vedere che percorso prenderanno gli investimenti climatici ed ambientali del piano “Next Generation” in dirittura d’arrivo anche in Italia.
“Vi aspetto, sarà un piacere tornare a parlare con voi su questo argomento”.