Muoversi nel trading online con il blog di Compendium Value è un piacere: sono tanti, infatti, gli articoli di approfondimento che sviscerano questa o quell’altra piattaforma offrendo guide utili agli investimenti online. Ora, parliamoci chiaro, Compendium Value è giusto un blog (una “academy”) ma questo post sulla rivisitazione delle materie prime e sulla comparazione eToro e OBRinvest la fa davvero grossa!

Sono due le migliori piattaforme di Contract For Difference utili per effettuare attivare un investimento attraverso le materie prime. Si tratta di eToro e OBRinvest, appunto. In particolare, leggiamo su Compendium Value, eToro viene scelta sia da esordienti nel settore delle materie prime da investimento, sia da veri e propri esperti del comparto. eToro offre un servizio di facile fruibilità ma, allo stesso tempo, molto professionale, che permette di replicare automaticamente quando viene messo in pratica dagli investitori di esperienza e specializzati. eToro, dunque, riunisce tutti gli investitori del globo, essendo un ampio social network, dove gli esordienti possono interagire con figure più esperte, da cui carpire segreti e trucchi per riuscire meglio nel settore delle materie prime da investimento. Gli investitori più esperti accettano di farsi copiare dai principianti, perché eToro corrisponde loro del denaro, in proporzione al numero dei follower da cui vengono seguiti e, di conseguenza, “copiati”.

Compendium Value: i consumatori diventano investitori esperti?

Pertanto, gli investitori esperti di eToro accettano di buon grado di essere copiati e mostrano estrema disponibilità nei confronti dei neofiti, elargendo consigli, segreti e trucchi per riuscire bene nell’operazione di investimento nel settore delle materie prime. Aprire un account su eToro non costa niente. Inoltre, il trader non si vedrà addebitate commissioni di gestione o di ticket, potendo investire senza dover affrontare spese né costi. Ai prelievi è attribuita una commissione bassa di soli 5 dollari, mentre sono assenti le “commissioni di liquidazione”. La seconda piattaforma è OBRinvest, rivolta anch’essa ai neofiti che desiderano affacciarsi per la prima volta nel settore delle materie prime da investimento, senza commettere errori. Anche OBRinvest è facilmente fruibile, tanto che anche un principiante è in grado di accedervi e usarla senza particolari difficoltà. Tutti gli iscritti, poi, possono contare sull’assistenza telefonica di un esperto nel settore delle materie prime da investimento, ricevendo indicazioni e consigli. Inoltre, OBRinvest mette a disposizione dell’utente delle anteprime, dove questi può mettersi alla prova e investire  denaro virtuale; questo metodo consente all’utente di fare esperienza, ma senza correre rischi e con la possibilità di cimentarsi in una prova di investimento, prima di passare sul campo più concretamente. OBRinvest è costituito da 2 commissioni di base: la commissione sui prelievi pari al 3,5% dell’importo ritirato ed una commissione di inattività (vedi anche: https://www.ilsole24ore.com/art/il-fintech-sprizza-salute-investimenti-record-primo-trimestre-2021-AEQefqN) . Questa si attiva nel momento in cui c’è la rilevazione di una totale assenza di  operazioni per un mese. Seppur operare nel settore delle materie prime da investimento sia redditizio, sarà necessario svolgere l’attività in modo sano, sicuro e adeguato, affidandosi all’esperienza di piattaforme e specialisti nel settore, che garantiscano e salvaguardino la sicurezza dei fondi. I CDF sono essenziali e fondamentali per effettuare buoni investimenti, sia in segno positivo che al momento del ribasso. Siccome il valore concreto delle materie prime è spesso aleatorio, sarà importante perseguire un guadagno in qualsiasi momento e in ogni condizione di mercato, prestando particolare attenzione per le “Commodity Currencies”, affinché il Trading sia ancora più redditizio e soddisfacente, ricorda Compendium Value.

Altro spunto dal blog di Compendium Value: bilancio 2020 Gruppo FCA

COMPENDIUM VALUE – Gruppo FCA: male bilancio 2020, calano immatricolazioni (-26%)

Il Gruppo FCA ha chiuso il suo ultimo anno da casa automobilistica “indipendente” con un bilancio che non è dei migliori.

Ovviamente è la pandemia che ha influenzato enormemente il bilancio 2020, chiuso con -26% di immatricolazioni. Non dimentichiamoci però che il settore auto è in evoluzione e a pesare sulle immatricolazioni (e di conseguenza sul bilancio) sono stati anche i nuovi trends ecologici.

Siamo infatti ufficialmente entrati nell’era della sostenibilità ambientale, delle emissioni zero e degli investimenti green.

Anche FCA è già pronta per la sua nuova vita, a fine gennaio è infatti diventata effettiva la tanto attesa fusione con i francesi di PSA.

Di seguito analizzeremo l’ultimo bilancio di FCA (2020).

Gruppo FCA: bilancio 2020 su blog di Compendium Value

Come già anticipato, il dato che più risalta dal bilancio 2020, è quello relativo alle immatricolazioni. In totale i veicoli immatricolati sono stai 700.534, in calo del -26% rispetto all’anno precedente (2019). Un risultato leggermente peggiore di quello registrato dall’intero settore auto europeo (-24%). In calo anche la quota di mercato del Gruppo FCA, che scende dal 6% (Europa-2019) al 5,9% (Europa-2020). A trainare il gruppo è stata come sempre la divisione FIAT (quota di mercato del 4,1%), con i modelli “Panda” e “500” che risultano essere i più venduti. Fanalino di coda invece la divisione “Alfa Romeo” con una quota di mercato dello 0,3%. Ma attenzione, perché è si quella con minor quota di mercato, ma se analizziamo meglio risulta che Alfa Romeo è l’unica divisione del Gruppo FCA che ha registrato una crescita rispetto all’anno precedente. Il mese assolutamente da dimenticare, ovvero il peggiore dell’anno, è stato quello di Novembre dove si registrano addirittura perdite a doppia cifra (-13,5%). Ma c’è di più, il mese successivo infatti (Dicembre), è stato invece il mese migliore dell’anno dove si registra una crescita pari a 7,5%.

Situazione attuale e previsioni future

Se nel 2020 la fusione tra Gruppo FCA e PSA sarebbe stata già effettiva, i due colossi del settore auto avrebbe registrato complessivamente quasi 2 milioni e mezzo di nuovi veicoli immatricolati.

Un dato che avrebbe spinto Stellantis (questo il nome del nuovo super-gruppo) sul podio delle maggiori case automobilistiche europee. Anzi, sarebbe stata seconda solamente a Volkswagen (3 milioni circa di immatricolazioni). E ampiamente avanti a Toyota che ha superato leggermente il mezzo milione di veicoli immatricolati in questo 2020. Per il 2021 invece ci aspettiamo sostanziali cambiamenti per il nuovo gruppo (sia dal lato operativo che da quello gestionale), e purtroppo anche qualche scelta drastica. Il nuovo CEO Carlos Tavares (ex-presidente di PSA) ha però già annunciato che nessuno dei 14 brand cesserà la produzione di auto.

Insomma salvi tutti i brand, anche se molto probabilmente assisteremo ad una inedita unione tra alcuni marchi dei due gruppi, come ad esempio Citroen, Alfa Romeo e Lancia.