Il DOP meglio conosciuto come disturbo oppositivo provocatorio si caratterizza con problemi inerenti all’autocontrollo delle proprie emozioni e del proprio comportamento, è spesso riscontrabile nei bambini di età compresa tra i 6 ed i 12 anni, ma può restare latente fino all’età adolescenziale, quando si manifesta in maniera irrompente.
Si tratta di un’alterazione negativa del comportamento e si manifesta in modi diversi, i soggetti sono spesso arrabbiati o rancorosi, facili ad una collera che può degenerare in litigio o in aggressioni improvvise sia con i suoi coetanei che con gli adulti.
Le caratteristiche dominanti sono una forte ostilità verso gli altri che si può esprimere in deliberate azioni provocatorie, sovente rifiuta le regole o le richieste degli adulti opponendosi verbalmente e con le azioni, con una sfida attiva accusa gli altri del proprio comportamento o delle proprie azioni.
Mette alla prova le figure di autorità come quelle degli insegnanti, non mancano casi in cui diventi rancoroso e vendicativo per i torti che pensa di aver subito, assumendo un atteggiamento vittimistico.
Questo modo di porsi verso gli altri provoca una netta compromissione non solo delle relazioni sociali, ma anche di quelle nell’ambito scolastico o lavorativo.
Diverse le cause che hanno prodotto questi risultati, l’instabilità familiare dovuta a di un divorzio o alla perdita improvvisa di un genitore o di un parente caro, un evento stressante, ma anche una disciplina particolarmente severa ed impositiva, dove il soggetto non è libero di esprimere il proprio pensiero e far emergere la propria personalità.
Sempre più spesso purtroppo queste reazioni violente e di chiusura non sono altro che un modo di difendersi e di richiamare l’attenzione, come nel caso di chi viene trascurato, o di chi ha ricevuto modelli aggressivi trasmessi dagli adulti o ha subito delle violenze fisiche.
In questi casi la famiglia gioca un ruolo molto importante per cercare di arginare il problema ed evitare che il rapporto con il bambino sia solo incentrato sulla sfida e la provocazione, punirlo ad ogni ripicca potrebbe essere controproducente, come anche dire: “Lui è fatto così”.
Il dialogo è sempre una soluzione e naturalmente serve molta pazienza, farlo parlare e soprattutto ascoltarlo può essere utile a capire il vero nocciolo del problema. Per un consulto con uno psicologo online, consigliamo lo Studio Farrace che riceve a Pescara, esperti nella risoluzione dei principali problemi psicologici: per maggiori informazioni clicca qui